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St Jimi Sebastian Cricket Club - Until we meet again - Beluga Rec. - 45

Epica e trascinante, da stadio protemmo dire, ma con cuore profondo e importante. “La canzone “Until We Meet Again” è stata scritta come una lettera ad un amico. Una persona che amava la vita, la famiglia, gli amici, viaggiare per partite di calcio in trasferta e ascoltare musica fino all’alba, ma che portava anche un’oscurità e un peso che non poteva essere lavato via e ha deciso di lasciarci una calda notte d’estate nel luglio di tre anni fa“: dice così la band in merito a questa canzone. St. Jimi Sebastian Cricket Club vengono da Stoccolma (Svezia) e qualcuno li ha descritti come un eccitante mix tra The Jam e Pink Floyd. Il produttore Shellback ha anche menzionato gli Arcade Fire come buon riferimento. La band è guidata da Jimi Sebastian, cresciuto in Svezia ma con un padre inglese:la cosa si riflette sia nella musica che nei testi dove la narrazione realistica ha spesso un ruolo di primo piano. Anche la musica ha quel taglio ruspante e genuino, figlio della working class, dall’animo punk rock. Hanno già pubblicato tre EP e un album completo, suonato in club e festival in Svezia e fatto due tour in Inghilterra.

Scasso  11/10/2021


VV/AA - Soho Scene 66-67 Jazz goes Mod - R'n'B Rec. - 4/LP 4/CD

Per quest'ultimo quadro sonoro in 4 CD, Rhythm and Blues Records ha nuovamente trovato alcune gemme da fonti improbabili e ha incluso un sostanziale saggio dello storico del jazz e collaboratore di Jazzwise Simon Spillett. Il piano è il seguente: CD alternati contrastano le uscite parallele provenienti dal Regno Unito [spesso ex BBC] e dagli Stati Uniti, con 78 tracce in tutto. Il CD1 inizia con un forte pezzo da big band di Lyttelton "The Man From Auntie", con Tony Coe al suo meglio serpentino. Segue il sestetto di Ian Hamer, brillante e sicuro di sé e così via. Intendiamoci, quando si tratta di fiducia, considerate "Change of Setting" del Tubby Hayes Quartet: il leader Hayes traboccante di vigore, la batteria di Tony Levin come un lanciafiamme. Che forza era Hayes! Ma poi lo sappiamo. Scott è ugualmente potente in un quartetto di Tracey e per conto proprio, prima che Joe Harriott voli con il sestetto del pianista Mike Garrick. Per quanto riguarda gli americani su CD2, la presa dello stereotipo funky è più chiara, con un sacco di combo d'organo e novità ritmiche. Hayes, Tracey e il tenore Dick Morrissey sventolano la bandiera della Gran Bretagna su CD3 e sul suo compagno emergono una serie di oscurità statunitensi. Un caso di tuffarsi e godersi Più precisamente, perché non riflettere su un periodo a Londra in cui lo scommettitore dalla mentalità aperta si è trovato di fronte a una miriade di scelte, dalle visite agli americani al Ronnie's fino alle notti notturne al Flamingo e al di là? Grandi giorni, e un vantaggio per il jazz britannico su questa prova, con così tanti bravi batteristi in vista, e niente da fare, a parte il cupo soprano di John Surman su "Blues da Camera". Acquista direttamente dall'etichetta e ottieni un quinto CD come bonus.

Scasso  06/09/2021


Style Council - Long hot Summer, the story of... - Polydor Rec. - 2CD/3LP

Ampia retrospettiva, in doppio cd e triplo vinile, per una delle band inglesi di riferimento degli anni 80, per un progetto fortemente voluto da Paul Weller che, chiusa l’avventura Jam, decise di unire le forze con l’amico Mick Talbot, già tastierista nei Dexys Midnight Runners. Coadiuvati dalla voce femminile di Dee C. Lee (futura signora Weller) e dalla batteria di Steve White, produssero un sound che seppe muoversi dal raffinato soul-jazz degli esordi alle altrettanto eleganti derive house-garage di “Promised Land”, passando attraverso morbide ballate pianistiche e hit generazionali rimaste senza tempo, frutto del grande talento compositivo espresso da Weller. “Long Hot Summers” contiene per gran parte materiale molto noto, e non soltanto ai fan degli Style Council, musica perfetta per fungere da ideale colonna sonora al decennio cool per antonomasia, un pop non necessariamente disimpegnato e sbarazzino, romantico e fatalista, bensì ricco anche di una forte coscienza sociale che esprimeva il disagio emerso durante gli anni contrassegnati dal governo conservatore di Margaret Thatcher. La caratteristica peculiare di questa raccolta, rispetto ad altre pubblicate in passato, risiede nel fatto che è stata curata con la partecipazione dello stesso Weller, autore di alcune note incluse nel libretto, assieme ad altri contributi di Lois Wilson e dell’attore Martin Freeman e alla riproduzione di numerose foto piuttosto rare. In scaletta, non soltanto tutte le hit del gruppo, da “You’re The Best Thing”, a “Shout To The Top!” (qui anche in versione strumentale), da “Life At A Top People’s Health Farm” a “It Didn’t Matter”, ma anche diversi brani meno popolari e un paio di inediti: il demo di “My Ever Changing Moods” e una extended version di “Dropping Bombs On The Whitehouse”. Un percorso forse troppo breve ma decisamente significativo, attraverso il quale Weller si rivelò abile nel rielaborare nostalgie del passato per concretizzare una nuova estetica che fungerà da propulsore nello sviluppo della fortunata (e di poco successiva) scena acid-jazz. A completamento del progetto “Long Hot Summers”, è previsto un documentario che verrà trasmesso durante il 2021 sul circuito televisivo Sky Arte.

Scasso  26/05/2021


VV/AA - Modernity - Kent Rec. - CD

40 anni di estrazione soul e blues ci hanno dato accesso ad alcuni brani killer precedentemente bloccati per questo terzo volume della nostra serie di mod. Una traccia di Ike & Tina vintage del 1964 finora inaudita è una grande novità; la performance del duo in "Walk Home With Me" presenta un coro maschile dal suono piuttosto squadrato che non fa che aumentare il fascino di questo eccellente brano prodotto da Buck Ram. L'accoppiamento vocale delle due sorelle di Aaron Collins, le Teen Queens, è stato una breve sensazione musicale con 'Eddie My Love' negli anni '50 ma, sconosciuto fino allo scorso anno, i tre fratelli si sono riuniti e hanno tagliato il grintoso motore 'Ooh Baby' e altri tre brani per Modern nel 1966. Birdlegs & Pauline ha incapsulato il mistero della raccolta di dischi soul negli anni '60 e '70. La loro "Primavera" era un classico oscuro e infernale dell'iconica etichetta britannica Sue, pubblicato nel 1966 per capriccio di Guy Stevens tre anni dopo la sua uscita negli Stati Uniti. Che bizzarro nome era per un atto di canto; suonavano più come una svolta novità in un music hall. La canzone ha avuto successo ma il duo si è sciolto e non c'è stato nemmeno un seguito. Tuttavia, è stato registrato un album del valore di tracce, ed è recentemente venuto alla luce, da cui "Just Can't Help Myself" avrebbe potuto essere ancora più adatto per il mercato mod del Regno Unito, se solo lo avessero saputo. L'anima rilassata di New Orleans e dei suoi dintorni è prominente. Willie Tee ci regala "Who Knows", una registrazione del 1963 che rimase inattiva fino alla sua uscita su Ace nel 1994. Eddie Bo incise il suo gioiello R&B "I Found A Little Girl" quello stesso anno. Le etichette Goldband e Anla di Eddie Shuler forniscono una rarità da Ike Porter, una delle prime master class funk di Clifton White, gemme rhythm'n'soul inedite di King Karl e Rockin 'Sidney, e una ballata in stile popcorn mai pubblicata da Sticks Herman che è destinato a rotazioni in tutta Europa. Fino alla Grande Mela, dove Gary Klyvert e Carl Gould di Arock hanno cantato nei panni di Gary & Gary in "Deuces Wild", il capovolgimento più incisivo del brano Northern Soul del duo "I’m Leaving (For Parts Unknown)". La versione hip di Charles Hodges di "Lady Be Good" di Gershwin, il jazz "Soul Grabber" di Willis Jackson e "Lonely Am I" di Chuck Jackson, tuttavia, sono esempi più eleganti del soul di New York. Di ritorno a Los Angeles, dove venivano stampati futuri oggetti da collezione come "Drop That Gun" di Teddy Reynolds e "Monkey Walk" dei Kingsmen. Dalla stessa città arriva il suono d'attualità del 1962 di "Air Travel" di Ray & Bob, ripreso nel Regno Unito dal giovane Chris Farlowe; "Earthquake" dei Fashionettes, che mette in risalto il sound del gruppo femminile, così simbolico degli anni '60; e "The Bounce" di Jackie Lee, che evoca immagini di luci scintillanti da discoteca e ballerini go-go che si pavoneggiano. Le voci jazz femminili provengono da Byrdie Green, che nel 1967 ha reso "See See Rider" di Ma Rainey un suono vivace. "Sundown" dei Merced Blue Notes ha un'atmosfera jazz altrettanto cool e gli strumentisti di sessione, gli Birds Of Paradise, fanno un lavoro senza soluzione di continuità su "Bossa Blue Port". Per i completisti di Fame alla ricerca del raffinato suono R&B di 'Go Away With Me' di Hollis Dixon, abbiamo saltato la pistola e lo abbiamo incluso qui, mentre gli specialisti Stax saranno senza dubbio lieti di ascoltare il funk del sud di Eddie Kirk 'The Hawg'.

Scasso  25/05/2021


Paul Weller - Fat Pop (Vol. 1) - Polygram Rec.- CD/2CD/3LP

“Fat Pop” è un disco nato dalla necessità di fare musica. Lo stesso Paul racconta di questo suo bisogno impellente in un periodo assurdo (lo scorso anno). Il disco nasce così: fare musica per respirare! Inizialmente Paul ha registrato da solo, con voce, piano e chitarra, le canzoni che aveva sul suo telefono. Successivamente ha inviato le demo ai membri della sua band (il batterista Ben Gordelier, il chitarrista Steve Cradock e il bassista Andy Crofts), per aggiungere le loro parti. La band è stata poi convocata al Weller’s Black Barn studio a Surrey per finire il lavoro. “Fat Pop” è un album variegato dove Paul raccoglie suoni ed atmosfere diversi tra loro creando però una sorta di percorso per l’ascolto. Il disco si apre in maniera abbastanza atipica. Io personalmente non mi aspettavo un brano di apertura come Cosmic Fringes, visto il suo ultimo fantastico “On Sunset“. Un pezzo synth-heavy e future-wave quasi elettro-pop. Già con True mi ritrovo di più (c’è un feat. di Lia Metcalfe, la giovane cantante dei The Mysterines), cosi come con la title track Fat Pop, dal retro gusto un po’ Bowiana. Paul, a seguire, offre la perla romantica-malinconica di Glad Times, il soul-pop di Testify con il cantautore e chitarrista Andy Fairweather Low e poi la ballata Still Glides The Stream (co-scritta con Steve Cradock). Nel disco trova spazio anche il groove di Moving Canvas (un tributo a Iggy Pop) e le sinfonie pop immediate e drammatiche di Failed e Shades of Blue pezzo co-scritto con la figlia Leah. Il concetto di pop di Paul è tutto in questo disco. Ancora una volta sul pezzo Modfather !

Scasso  24/05/2021


Fleur De Lys - Circles, The Ultimate Compilation - Acid Jazz Rec. - 2LP/CD

Quest'ultima raccolta discografica è stata fortemente voluta da uno dei più noti dj e relatori di libri riguardanti la scena mod britannica, Pual "Smiler" Anderson, il quale ha spinto affinchè Eddie Piller, amico storico dagli anni 80 nonchè noto proprietario dell'etichetta discografiaca Acid Jazz, riscrivesse la storia di una delle più prolifiche mod bands dei 60's dove, assieme ai Creation, agli Eyes ed agli Action, fu la band più formidabile di quell’effimero e fugace momento musicale che tentò di vestire con gli sgargianti abiti di Carnaby Street la musica nera sviluppando gli aminoacidi della scena mod britannica. Una sequenza micidiale di singoli diluiti in cinque anni diversamente raccolti a posteriori su raccolte come Reflections, You’ve Got to Earn It e I Can See a Light e ora, di nuovo, su questa uscita definitiva che ruba il titolo al famoso pezzo degli Who scelto come secondo singolo e con un Jimmy Page in gran spolvero alla chitarra nonchè alla bella biografia scritta da Paul Anderson (che è qui chiamato a curare le note di copertina) e Damian Jones più di un decennio fa e pubblicata anche quella dalla Acid Jazz che da anni coltiva, verso la band londinese, un’autentica venerazione ahimè condivisa con pochi altri. Circles si snoda dunque lungo tutto il percorso della band di Keith Guster (i Fleur de Lys furono uno dei rari casi in cui è il batterista ad essere il perno attorno cui hanno ruotato tutti gli altri musicisti e non il viceversa, che è la norma NdLYS), dalle mirabolanti impennate post-beat degli esordi alle divagazioni soul degli ultimi anni, fino alle sortite sotto gli alias Chocolate Frog e Shyster (oltre all’impetuosa e immensa Hold On dei Rupert’s People finita anche nel repertorio di Leighton Koizumi), al singolo finale Two Can Make It Together/The Bitter and the Sweet intestato a Sharon Tandy e alle demo realizzate con quest’ultima (Yeah I Do Love You, Gotta Get Enough Time). Mancano anche stavolta le tanto discusse (sui forum, più che altrove) sessions con Hendrix su cui girano da anni voci leggendarie che a questo punto non verranno mai confermate del tutto, ma credo che le venticinque portate su piatti d’oro, d’argento e di bronzo basteranno a farci alzare dal tavolo con le pance soddisfatte. Altrimenti, occupate pure la tavola per il secondo turno.

Scasso  17/05/2021


VV/AA - Le Beat Bespoké Vol. 8 - Detour Rec. - LP/CD

Oltre a una raccolta di brani rari e inediti dell'epoca d'oro della Swinging London, "Le Beat Bespoké" è un festival internazionale ogni Pasqua a Londra. Questo è il volume otto di questa popolare serie e come i suoi predecessori LBB8 è stato restaurato e masterizzato secondo i più alti standard. Le selezioni sono sequenziate come fosse un dj set in rapido movimento, con hit da dancefloor attuali della scena 60's Mod; nuove scoperte, gemme inedite in un esclusivo re-mix da parte mia in veste di DJ Dr Robert. Il sottoscritto prova per la prima volta questi dischi durante la notte del club londinese che organizzo oramai da più di 20 anni e che si chiama: The Mousetrap, dove Mods, 60's e curiosi si riuniscono per notti di divertimento "hipshakin". Una volta soddisfatto nell'aver superato quello che definisco il: "The Mousetrap test", inizio a farli girare nelle mie avventure da DJ nei vari 60's/Mod clubs del Regno Unito ed in Europa. Alcune di queste canzoni sono state inserite in questo album per il tuo piacere di ballare, ascoltare e divertirti! Spero che tu ne tragga tanto piacere quanto me.

Rob  22/01/2021


VV/AA - New Breed R&B Saturday Night Special - Kent Rec. - CD

Siamo al settimo capitolo della collana che la ACE Records attraverso la sua sussidiaria Kent, dedica al R'n'B da club, quello cioè più ballabile. Troviamo qui altre 24 gemme di soulful r'n'b che vanno dal '58 al '66. Bisogna dire che stavolta si è scelta un'anima più soul per redarre questa compilation di 45 giri, quindi i pezzi risulteranno meno "early r'n'b", ma comunque sono sempre di notevole impatto. Si inizia con un bel pezzo ritmato di Puro r'n'b cantato da Aaron Collins & The Teen Queens, per passare poi al soul di Slim & The Twilites, finendo con il r'n'b dance più canonico di Curly Mays. Il Dj che sceglie i dischi sul CD e ne redige le note di copertina del booklet è l'inossidabile e sempiterno Ady Croasdell, che è poi l'anima di praticamente quasi tutte le compilations della Kent. Un altro ottimo disco da avere nella vostra collezione, se non altro per essere al passo con i tempi sui pezzi ballabili nei vari mod e soul clubs sparsi in Europa.

Scasso  13/01/2021